Scuola, i progetti degli studenti raccontano l’inclusione

«Il primo approccio è stato difficile, poi è stato terapeutico, scavare dentro se stessi e raccontarsi»

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Docente e referente

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«Il primo approccio è stato difficile, poi è stato terapeutico, scavare dentro se stessi e raccontarsi», è così che la professoressa Simona Scintu spiega ad Alley Oop il percorso che i suoi ragazzi – gli studenti della classe 3BT del corso Tecnico Grafica & Comunicazione dell’IIS Bodoni Paravia di Torino – hanno intrapreso per realizzare il video La fragilità è la mia forza – #SiamoComeSiamo.

Il cortometraggio fa parte dell’iniziativa The Code – Comunicare la buona causa, progetto di orientamento alle professioni realizzato da Dentsu insieme a La Fabbrica e che ha coinvolto, oltre alla scuola piemontese, altre 4 classi sul territorio nazionale: 2 a Napoli e 2 a Roma.

Agli studenti è stato chiesto di individuare una “buona causa” a cui sono particolarmente sensibili e, al termine di un percorso didattico e formativo, i ragazzi hanno sviluppato una vera e propria campagna sociale di comunicazione sull’inclusione.

A conclusione del lavoro in aula, ha avuto luogo un evento online nel quale le scuole coinvolte hanno presentato i loro progetti a un team di professionisti di Dentsu. La campagna La mia fragilità è la mia forza – #SiamoComeSiamo è stata ritenuta la più meritevole e diffusa attraverso i canali degli organizzatori.

#SiamoComeSiamo

«La società ci vuole sempre super performanti, ma noi siamo come siamo. E ci piacciamo così» è il messaggio che appare nel video e che i 19 studenti dell’IIS Bodoni Paravia di Torino vogliono trasmettere. Sullo schermo i volti dei ragazzi si alternano a parole chiave che incarnano debolezze e fragilità, tipiche di quel laboratorio delle personalità chiamato adolescenza.

 

 

Alla classe terza è stata fatta la richiesta di creare un prodotto di comunicazione selezionando un tema nella sfera dell’inclusione. «C’è stato bisogno di grande esercizio di empatia e introspezione per trovare una tematica che potesse essere inserita nel progetto» spiega Scintu, insegnante di progettazione grafica e multimediale. La classe si è così imbarcata in «un viaggio straordinario», racconta la docente, nel quale sono state messe alla prova doti tecniche, comunicative e personali.

«I ragazzi hanno affrontato il brief con coraggio e creatività, scegliendo di parlare di ciò che conoscevano meglio ma anche ciò che è più difficile raccontare: il proprio io messo a nudo. Il primo approccio è stato difficile, poi è stato terapeutico, scavare dentro se stessi e raccontarsi. Una volta individuato il ‘cosa’ è arrivato il momento di progettare il ‘come’ narrare le emozioni. Ho visto i miei studenti trasformarsi in una vera squadra, sostenersi a vicenda, superare le proprie insicurezze e mettere a frutto i loro talenti. Non si trattava più solo di applicare le nozioni di progettazione e grafica multimediale, ma di esprimere la propria voce, raccontare le proprie storie, condividere le proprie emozioni».

Per molti degli studenti, il progetto è stato il primo assaggio del mondo del lavoro: «un’opportunità per sperimentare le proprie capacità, affrontare le sfide e raggiungere un obiettivo comune. E questo riconoscimento al termine del progetto è stata la conferma che il loro impegno, passione e talento sono preziosi e meritano di essere riconosciuti», spiegato la professoressa. Il risultato finale è un messaggio di accettazione e autoconsapevolezza: «Questo progetto ha dimostrato che la scuola può essere un luogo di crescita personale e professionale, un trampolino di lancio verso il futuro».

Positivo è anche il giudizio degli organizzatori. «Siamo colpiti dalla capacità dimostrata dagli studenti di Torino che hanno ideato la campagna #SiamoComeSiamo esprimendo concetti e stati d’animo così profondi, attraverso un linguaggio comunicativo e potente» ha dichiarato Angela Mencarelli, amministratrice delegata di La Fabbrica.

Inclusione e periferie

«#SiamoComeSiamo è un grido di libertà che risuona forte nel nostro quartiere e oltre» dice l’insegnante che, proprio di Barriera di Milano, il quartiere dove risiede l’istituto Bodoni Paravia, dice: «L’inclusione è un tema delicato e complesso, e il nostro quartiere non è estraneo alle difficoltà sociali».

Situato nella periferia nord del capoluogo piemontese, Barriera di Milano è uno storico quartiere operaio della città che ha tante facce. Dall’Indicatore socioeconomico della città, strumento che valuta e confronta le condizioni socioeconomiche dei vari quartieri della città, Barriera emerge come il secondo più giovane ma anche quello con i punteggi più bassi per la dimensione del reddito. Malgrado una variazione positiva rispetto al 2022, l’indicatore socioeconomico si ferma quindi a 48,98.

Dal punto di vista demografico, con i suoi circa 53mila abitanti, il quartiere è densamente abitato ed è caratterizzato da un’alta incidenza di popolazione straniera residente (proveniente per lo più dal continente africano e dai paesi nuovi membri dell’Unione europea). Molti sono i nuclei familiari giovani con figli. Tanto che, insieme al quartiere Aurora, l’area presenta la più alta concentrazione di minori stranieri su tutta la città.

Pesa tuttavia la questione della sicurezza, considerata una emergenza al punto da avere richiesto un presidio fisso dell’esercito che, dalla fine dello scorso anno, pattuglia le aree fragili contro microcriminalità e spaccio.

The code

«Progetti del genere sono fondamentali per dare un senso nuovo e potente allo stare a scuola, dimostrando che l’apprendimento non è solo teorico, ma anche pratico, emozionale e trasformativo» chiosa la professoressa riguardo a The Code – Comunicare la buona causa.

Il progetto di orientamento alle professioni della comunicazione quest’anno ha coinvolto 5 istituti superiori italiani. Insieme al Bodoni Paravia di Torino, hanno partecipato l’Istituto Enzo Ferrari di Roma (quartiere Tuscolano), l’Istituto Carlo Matteucci di Roma (zona San Basilio) e gli Istituti Enrico Caruso e Melissa Bassi di Napoli (zona Scampia) per un totale di oltre 2,300 studenti delle scuole secondarie coinvolte.

Come spiega la coordinatrice Ilaria Affer, social impact director di Dentsu italia: «il progetto unisce il desiderio di orientare le giovani generazioni alle professioni del marketing e della comunicazione e la volontà di sensibilizzarli verso cause sociali». Dentsu è un’agenzia pubblicitaria e di pubbliche relazioni. Fondata nel 1901 a Tokyo, in Giappone, è oggi presente in oltre 145 Paesi e regioni. All’edizione 2024 di The code ha collaborato un team dell’agenzia delle due sedi di Milano e Roma.

Agli studenti è stato chiesto di individuare una “buona causa” a cui sono particolarmente sensibili e di sviluppare una campagna di comunicazione per aumentare la consapevolezza sul tema dell’inclusività, promuovere il dialogo e la riflessione, favorire il cambiamento di atteggiamenti e comportamenti, e contribuire a costruire una società più giusta e solidale.

Gli altri progetti in concorso

Oltre alla 3BT dell’Istituto Bodoni, a The Code hanno preso parte altre 4 classi:

Sùsete Gúagliò! è la chiamata all’azione per i giovani di Napoli ideata dagli studenti dell’Istituto Melissa-Bassi che, attraverso il supporto della comunità scolastica e l’incontro con professionisti, invita i ragazzi a uscire dalla loro zona di comfort, spegnere il cellulare e a mettersi in gioco per ricordare che nessuno è solo e che insieme si può fare la differenza.

Sempre a Napoli, gli studenti dell’Istituto Caruso hanno affrontato il tema dell’esclusione, capace di manifestarsi anche nelle piccole cose, come l’isolamento di un compagno di classe o il pregiudizio verso chi è diverso. Attraverso il video #InclusionealCaruso, gli studenti hanno mostrato che ognuno può fare la differenza, anche con piccoli gesti quotidiani, dall’invitare un compagno solitario a unirsi al gruppo all’ascoltare chi ha un’opinione diversa.

#Futuriamoci è la campagna di comunicazione, sempre rivolta ai giovani, e ideata dalla classe dell’Istituto Matteucci di Roma che parte da un’analisi dei dati sulla dispersione scolastica in Italia e in Europa per arrivare a proporre una nuova visione della scuola: un luogo accogliente dove ognuno può trovare il proprio posto, valorizzando i suoi talenti e collaborando con gli altri.

Infine, anche gli studenti dell’Istituto Ferrari-Hertz di Roma hanno affrontato il tema della dispersione scolastica con la campagna intitolata Non perdere la rotta. Il cuore del progetto è la storia di Tom, un ragazzo che abbandona gli studi ma che, grazie a un libro sulle stelle, ritrova metaforicamente la sua strada.

Il programma di social Impact di Dentsu

The Code fa parte del programma di social impact di Dentsu, nato per avvicinare al mondo del marketing e della comunicazione le giovani generazioni, attraverso iniziative di formazione dedicate alle scuole secondarie superiori. Con il termine dell’anno scolastico 2023-2024, si è conclusa la terza edizione italiana del programma che ha visto la messa a terra di 5 progetti con il coinvolgimento di 40 professionisti delle sedi di Milano e Roma in veste di docenti. Inoltre, a conferma della crescita del progetto The Code, quest’anno Dentsu ha collaborato con altre 4 realtà impegnate nella formazione dei giovani.

Nel corso dell’anno scolastico 2023-2024 le scuole che hanno partecipato a percorsi formativi specifici in aula sono state 8: il Liceo Berchet di Milano, l’Istituto G. Meroni di Lissone (MB), l’Istituto Paritario Cavallotti-K. Wojtyla di Cassano Magnago (VA), l’Istituto Barbarigo di Padova, il Centro Studi Didattico “R. Danzi” di Potenza, l’Istituto tecnico alberghiero Ferrari di Battipaglia (SA), l’Istituto Tecnico Statale Bernini di Rovigo e l’Istituto di istruzione superiore “Luca Pacioli” di Crema.

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